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Cancellare velocemente notizie da internet nel 2023

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Con la nuova riforma della Giustizia dal primo gennaio 2023 è entrato in vigore il diritto all’oblio potenziato. Grazie a questo nuovo emendamento i cittadini, nei tre giorni successivi al termine favorevole di un processo o di un procedimento penale, potranno chiedere ed ottenere dalla cancelleria del giudice un provvedimento di deindicizzazione. Andiamo ad analizzare le principali novità.

Diritto all’oblio: le novità del 2023

Come abbiamo detto, dal 1°gennaio 2023 a seguito dell’entrata in vigore della nuova riforma della Giustizia sono state introdotte delle importanti novità anche riguardo il delicato tema del diritto all’oblio. L’iter sarà molto più veloce ed ogni interessato, nei tre giorni successivi alla conclusione favorevole di un processo, potrà rivolgersi alla cancelleria del giudice che ha emesso la sentenza per chiedere ed ottenere un provvedimento di deindicizzazione delle notizie dal web.

Sarà inoltre possibile chiedere anche una deindicizzazione preventiva, ovvero un provvedimento volto a rendere non raggiungibili, dai motori di ricerca, tutti gli articoli che verranno scritti successivamente, oltre a quelli già scritti.

Come funziona il nuovo diritto all’oblio dopo il termine favorevole di un processo

Vediamo come funziona la norma introdotta in questo nuovo emendamento. Le strade, tecnicamente, sono due. La prima è la deindicizzazione preventiva che, come abbiamo detto, consente agli interessati di chiedere la deindicizzazione oltre agli articoli già scritti, anche in merito a futuri articoli che potrebbero essere scritti al termine dell’iter processuale. La seconda strada, ovviamente più complessa, è la richiesta di far sparire definitivamente tutti gli articoli dai motori di ricerca con l’obiettivo di rimuovere informazioni personali da Google.

Per far capire la notevole differenza tra queste due opzioni è opportuno intanto chiarire cos’è la deindicizzazione. Si tratta di fare in modo, tramite delle procedure tecniche particolari, che il nome del cittadino interessato non appaia più sui motori di ricerca. Il nome, quindi, non apparirà più sui motori di ricerca come Google ma rimarrà visibile nell’archivio storico del giornale che ha pubblicato la vicenda. Il diritto all’oblio non riguarda soltanto delle inchieste giudiziarie ma può essere invocato per la rimozione del proprio nome, delle iniziali o per la rimozione di un determinato articolo.

Ma cosa succede una volta ottenuta l’annotazione da parte della cancelleria del giudice? L’interessato potrà scrivere sia ai motori di ricerca che al sito giornalistico ed i tempi saranno diversi, a seconda del ruolo del soggetto ad esempio, i motori di ricerca quando si tratta di una persona pubblica tende sempre a fare un po’ più di resistenza. Però, nel caso in cui si dovessero opporre alla richiesta di cancellare notizie da Google, ci si potrà comunque rivolgere al Garante Privacy.

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