Il diritto alla protezione dei dati personali non rientra tra i diritti assoluti, ma deve essere applicato bilanciando gli altri diritti chiamati in causa. Tra questi, ad esempio, c’è la libertà d’espressione, dove la Corte europea si è più volte espressa, precisando che per la corretta applicazione di tale diritto occorre che la vicenda pubblicata nell’articolo rivesta un interesse generale, poter valutare come sia stata ottenuta l’informazione e se sia affidabile e documentabile ed, inoltre, che l’interessato sia un personaggio pubblico.
I principi che regolano la libertà di espressione ed il diritto a ricevere informazioni
Nella libertà di espressione rientra anche il diritto della collettività a ricevere informazioni, ovvero ad avere libero accesso ai documenti. Soprattutto con l’avvento della digitalizzazione è nata una crescente consapevolezza su quanto sia importante la trasparenza in merito all’accesso ai documenti, anche chiamato accesso civico, che sono in possesso della pubblica amministrazione ed è riconosciuto dall’Unione Europea come un diritto di tutti i cittadini membri.
Anche il GDPR si è espresso in materia, attraverso l’art. 85 “Trattamento e libertà d’espressione e di informazione“, affermando che: “Il diritto degli Stati membri concilia la protezione dei dati personali ai sensi del presente regolamento con il diritto alla libertà d’espressione e d’informazione, incluso il trattamento a scopi giornalistici o di espressione accademica artistica e letteraria“.
Regolamento EU per cancellare notizie da Google
Proprio come stabilito dal Regolamento EU, per attuare il diritto all’oblio, rimuovere informazioni personali da Google e cancellare notizie da Google, occorre sempre bilanciare l’interesse pubblico ad avere accesso alle informazioni. Ad esempio, nel caso in cui venga riproposta una vicenda a distanza di tempo, il giornalista deve valutare attentamente il perdurare dell’interesse pubblico, con particolare riferimento al ruolo svolto dall’interessato e se sia pubblico o meno.
Per quanto riguarda, invece, la ripubblicazione di articoli vecchi che contengano dati personali di uno o più cittadini, comporta un cambiamento della finalità per la quale l’articolo è stato riproposto. In questo caso, infatti, si passa da una finalità giornalistica ad una storica, statistica, di ricerca, ecc. Ma il problema principale che sorge con il passare del tempo è che le informazioni riproposte potrebbero essere diventate inesatte.
Troppo spesso si lasciano i giudici a valutare le situazioni da soli e senza che ci sia una normativa chiara ed esaustiva, per cui la speranza è che, in merito al delicato bilanciamento degli interessi, tra la tutela dei dati personali e la libertà di espressione, il legislatore europeo ponga fine al disallineamento normativo, attraverso un nuovo Regolamento.