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Diritto all’oblio Google: casi famosi e richieste di cancellazione notizie

Diritto all’oblio Google: casi famosi e richieste di cancellazione notizie

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Tramite il sito ufficiale del Garante Privacy è possibile consultare, oltre alle varie novità in merito alla privacy e alle normative che la regolano, anche molti provvedimenti che lo stesso Garante emette, in merito alle richieste di diritto all’oblio degli utenti. A tal proposito oggi parleremo di alcuni casi famosi di richieste per eliminare notizie da Internet pervenute al Garante per la Privacy.

Provvedimento del 29 ottobre 2020

Il provvedimento del 29 ottobre 2020 emesso dal Garante Privacy è inerente una richiesta di rimozione di alcuni URL, presentata da un cittadino, collegati a contenuti riguardanti una vicenda giudiziaria nella quale l’interessato è stato coinvolto in un altro Paese, a seguito di accuse di molestie sessuali rivolte nei suoi confronti da alcune donne ed in relazione alle quali è intervenuta una sentenza di patteggiamento “a seguito di assunzione di colpa” da parte sua.

Secondo il cittadino, i fatti di cronaca narrati negli articoli sono risalenti nel tempo, avvenuti in un altro continente e la pena inflitta è stata interamente scontata. Il Garante ha ritenuto il reclamo infondato in quanto si tratta di un reato grave, motivo per cui deve ritenersi sussistente l’interesse pubblico.

Provvedimento del 11 novembre 2021

Nel provvedimento del Garante emesso in data 11 novembre 2021 è stato avanzato, da parte di un cittadino, un reclamo nei confronti del Messaggero Spa e di Google LLC a seguito della richiesta di rimozione di un articolo e di relativi URL ad esso collegati, riguardanti una vicenda giudiziaria nella quale è stato coinvolto, e che è ancora in corso di accertamento, tenuto conto del fatto che i relativi articoli sono stati scritti “male interpretando la verità processuale” e riportando per esteso le proprie generalità, anziché le sole iniziali, determinando con ciò un notevole danno alla propria reputazione personale e professionale.

A seguito della richiesta, il Messaggero ha comunicato al reclamante di aver provveduto ad eliminare l’articolo richiesto mentre, secondo Google, non ci sono i presupposti per richiedere il diritto all’oblio in virtù del fatto che le notizie di cronaca riportate sono recenti riguardano gravi condotte di rilevanza penale rispetto alle quali risulta ancora in corso il relativo procedimento.

Il Garante Privacy ha dichiarato il reclamo infondato in quanto la vicenda non risulta essere ancora conclusa e riguarda il coinvolgimento dell’interessato in gravi condotte di rilevanza penale poste in essere in ambito transnazionale, motivo per cui deve ritenersi tuttora sussistente l’interesse della collettività a conoscere le relative informazioni.

Provvedimento del 21 aprile 2021

In questo provvedimento emesso dal Garante, un cittadino ha richiesto a Google di eliminare due URL collegate ad articoli di giornale relativi ad un fatto di cronaca giudiziaria risalente al 2009 ed in relazione al quale al medesimo è stata inflitta una condanna. Secondo il reclamante, non è giustificata la permanenza della notizia sul web in quanto si tratta di articoli riferibili agli anni 2013/2014 e non più rispondenti ad alcun interesse pubblico.

Secondo Google, in questo caso, non ci sono i presupposti per invocare il diritto all’oblio e per rimuovere informazioni personali da Google, trattandosi di articoli pubblicati da due testate giornalistiche locali che riferiscono di un procedimento penale per “falso e truffa ai danni della pubblica amministrazione”.

Nel provvedimento del 21 aprile 2021 il Garante ha dichiarato il reclamo fondato in quanto risultano reperibili in rete solo i due articoli da lui indicati, risalenti rispettivamente al 2013 ed al 2014, nei quali si dà atto dell’intervenuta condanna in primo grado ad un anno e sei mesi di reclusione e del successivo annullamento con rinvio della sentenza di assoluzione pronunciata in appello. Il trattamento di tali dati tramite il motore di ricerca risulta pertanto in contrasto con i principi di esattezza ed aggiornamento dei dati espressamente previsti dal Regolamento.

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