Cancellare informazioni da Google, Italia prima per le richieste
1 Aprile 2023
Cancelliamo i Dati Indesiderati
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Nell’arco di 6 anni, tra il 2015 ed il 2021, Google e Bing hanno ricevuto più di un milione di richieste di diritto all’oblio per cancellare notizie da Google, di cui circa la metà provenienti dall’Europa occidentale. Il nostro Paese, con 89.100 richieste è al quinto posto. Questo è quanto è emerso dal recente report di Surfshark, la società che si occupa di analizzare le richieste di diritto all’oblio. Uno dei dati che ha fatto maggiormente riflettere è l’aumento del 30% delle richieste da quando è iniziata la pandemia da Covid19. Analizziamo i numeri.
Richieste di diritto all’oblio: i numeri
Come anticipato, è nel 2020 che è stato riscontrato il picco delle richieste per cancellare notizie da Internet, motivo riconducibile soprattutto ad un utilizzo maggiore del digitale a causa delle restrizioni e dei vari lockdown che hanno chiuso in casa le persone per diversi mesi. Tali decisioni governative hanno spinto le persone ad essere maggiormente consapevoli della propria dimensione virtuale, portandole ad essere più sensibili su temi come la privacy online.
Secondo il report stilato da Surfshark, è la Francia ad avere presentato il numero di richieste di rimozione maggiori tra il 2015 ed il 2021, grazie alle 255.600 richieste presentate. Un numero che rappresenta quasi un quarto del totale di tutte le richieste presentate in questi 6 anni. A seguire troviamo la Germania con 176.100 richieste ed il Regno Unito con 125.300 richieste che rappresentano circa il 17% ed il 12% delle richieste totali. Soltanto questi tre paesi rappresentano la metà di tutte le richieste presentate in quel periodo. L’Italia, con 89.100 richieste, è al quinto posto.
I contenuti delle richieste
I cittadini dell’Unione Europea, secondo Google, in media hanno richiesto la rimozione di circa 4 pagine web per singola richiesta ed anche le richieste pervenute dai cittadini italiani confermano tale media. Ciò che però è emerso dal report è che circa la metà delle pagine in cui è stata effettuata la richiesta di cancellazione da Google non poteva essere classificata in una categoria specifica, mentre il 17% era attinenti ad informazioni professionali, ovvero contenevano informazioni come l’indirizzo del luogo di lavoro dell’interessato, informazioni di contatto o generali.
Una pagina su dieci fa riferimento a reati, compresi quelli nel campo professionale e di queste, circa il 6% conteneva informazioni personali dell’interessato come, ad esempio, l’indirizzo di residenza, il nome e cognome, immagini o video.