Deindicizzare link da Google per togliere notizie che ti riguardano
4 Febbraio 2024
Cancelliamo i Dati Indesiderati
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Il diritto all’oblio è stato introdotto, in particolare, nell’ambito dell’articolo 17 del GDPR per incorporare il diritto di deindicizzare link da Google per togliere notizie che ti riguardano, stabilito dalla sentenza Costeja. La sentenza Costeja è stata emessa dalla Corte di Giustizia Europea (CGUE) il 13 maggio 2014 e ha chiarito che un individuo può chiedere a un fornitore di un motore di ricerca online di eliminare uno o più collegamenti a pagine web dall’elenco dei risultati che appare dopo una ricerca effettuata usando il suo nome.
Dopo questa pronuncia, le persone interessate a cancellare o deindicizzare le proprie informazioni dai motori di ricerca sembrano essere maggiormente consapevoli del loro diritto di presentare reclami contro il rifiuto delle loro richieste di deindicizzazione. In effetti, le autorità di controllo hanno registrato un aumento nel numero di reclami riguardanti il rifiuto da parte dei fornitori di motori di ricerca di deindicizzare i link.
L’importanza dell’articolo 17 del GDPR
La base giuridica per la deindicizzazione è l’articolo 17 del GDPR. Questo articolo stabilisce i principi generali per richiedere la cancellazione delle informazioni personali dai motori di ricerca, come Google. A titolo esemplificativo, si ricorda che i dati personali non devono essere più necessari rispetto alle finalità per le quali sono stati raccolti o trattati.
Questa disposizione apre la possibilità per l’interessato di chiedere la deindicizzazione delle informazioni personali che lo riguardano, rese accessibili per un periodo più lungo di quanto necessario per il trattamento da parte del fornitore del motore di ricerca. Nel contesto del diritto di chiedere la deindicizzazione, si deve trovare un equilibrio tra la tutela della vita privata, rimuovere informazioni personali da Google e gli interessi degli utenti di Internet ad avere accesso all’informazione.
Il ruolo dell’EDPB nella procedura di deindicizzazione dei link Google
Lo European Data Protection Board (EDPB) ha adottato le rinomate “Linee Guida” in materia di diritto all’oblio per fornire indicazioni ai responsabili del trattamento sulle richieste di rimozione dei dati personali. L’EDPB, in sostanza il Comitato Europeo per la protezione dei dati, ha avviato un processo finalizzato alla redazione di linee guida dettagliate sui criteri e le motivazioni per cui l’interessato può richiedere la deindicizzazione, nonché sulle eccezioni all’esercizio di tale diritto.
Deindicizzazione e rimozione contenuti obsoleti Google: che differenza?
Per quanto riguarda la differenza pratica tra deindicizzazione ed eliminazione dei contenuti online, è importante notare che il diritto all’oblio si concretizza attraverso la deindicizzazione, che produce lo stesso effetto pratico dell’eliminazione. Va evidenziato che un’altra sentenza della Corte, emessa nel settembre 2019, ha definito lo scopo territoriale del diritto alla deindicizzazione.
In proposito, ha precisato che l’articolo 17 del GDPR deve essere interpretato nel senso che il gestore di un motore di ricerca, quando accoglie una richiesta di deindicizzazione, è tenuto a effettuare tale deindicizzazione non in tutte le versioni del suo motore di ricerca, ma nelle versioni di tale motore corrispondenti a tutti gli Stati membri.
Se un utente desidera rimuovere una pagina dai risultati di ricerca di un altro paese e, di conseguenza rimuovere informazioni personali da Google, può comunque presentare una richiesta di rimozione di link pregiudizievoli e di deindicizzazione spiegando perché le leggi di quel paese richiedono la rimozione.
Le eccezioni per un corretto uso della procedura di deindicizzazione dei link Google
Analizzando le linee guida, emergono diverse eccezioni, circa quattro, che incoraggiano un corretto utilizzo della deindicizzazione. La prima eccezione riguarda la situazione in cui il diritto alla libertà di espressione e di informazione costituzionalmente garantito stia venendo attuato con una notizia presumibilmente pregiudizievole. La seconda eccezione riguarda i casi in cui il trattamento è necessario per adempiere a un obbligo legale.
La terza e la quarta eccezione riguardano motivi di interesse pubblico nel settore della sanità pubblica e gli scopi di archiviazione nel pubblico interesse, di ricerca scientifica o storica o scopi statistici, nella misura in cui ciò potrebbe compromettere gravemente il raggiungimento degli obiettivi di tale trattamento. Le linee guida sottolineano, tuttavia, che durante un processo di rimozione dall’elenco, le informazioni restano comunque accessibili quando si utilizzano altri termini di ricerca.