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Diritto all’oblio Google, novità notifiche webmasters

Diritto all’oblio Google, novità notifiche webmasters

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Il diritto all’oblio, una fondamentale disposizione nel contesto della privacy online, è al centro di una recente novità notificata ai webmaster da Google. Tale principio consente agli individui di richiedere la rimozione di determinati contenuti personali dai risultati di ricerca, quando tali informazioni sono obsolete, non pertinenti o dannose.

Questo nuovo sviluppo implica un’importante responsabilità per i webmaster nell’assicurare la conformità alle richieste di rimozione, garantendo così il rispetto dei diritti individuali e la tutela della privacy online. L’ultima novità in tema di diritto all’oblio Google riguarda il sistema delle notifiche ai webmaster e le nuove modalità con cui il motore di ricerca comunica di aver portato a termine la procedura per eliminare notizie da Google.

Google modifica le notifiche ai webmasters: effetti sull’accesso ai contenuti giornalistici e sul diritto all’oblio

Google ha interrotto discretamente la pratica di notificare agli editori la rimozione dei loro siti dai risultati di ricerca, conformemente alle normative europee sul “diritto all’oblio”, a seguito di una decisione della corte svedese che il motore di ricerca sta applicando a livello globale. In passato, quando un individuo chiedeva di eliminare notizie da Google, secondo le leggi europee sulla protezione dei dati, Google avvisava gli editori degli articoli originali.

Tuttavia, le società media, tra cui The Guardian, sono in gran parte esenti da tali normative, sebbene i collegamenti ai contenuti giornalistici possano essere comunque rimossi dai database, compresi quelli dei motori di ricerca. Attualmente, Google comunica solo agli editori che un URL è stato rimosso, senza fornire ulteriori dettagli. Questa politica rende difficile ai giornalisti identificare le situazioni in cui il diritto all’oblio Google è stato utilizzato impropriamente per nascondere reportage legittimi su recidivi seriali, compromettendo così la loro capacità di contestare gli abusi più gravi di tale diritto.

Eliminare notizie da Google: il nuovo sistema delle notifiche ai webmaster e l’impatto sul diritto all’oblio Google

Un portavoce di Google ha confermato che l’azienda ha implementato un nuovo approccio alle notifiche in risposta a una decisione dell’autorità svedese per la protezione dei dati. Questa decisione, entrata in vigore nel dicembre 2023, ha seguito il rifiuto da parte della Corte suprema amministrativa svedese di concedere a Google il permesso di appellarsi.

Secondo il portavoce di Google, la decisione della corte svedese, sebbene contestata inizialmente dall’azienda, è vincolante e conforma alle linee guida regolamentari pan-Europee. In conformità con il GDPR del 2016, che stabilisce che le decisioni dei tribunali nazionali dell’UE sulla protezione dei dati devono stabilire un precedente in tutto il blocco, Google ha adottato misure per adeguarsi.

La sentenza della corte svedese ha stabilito che informare i webmaster della rimozione dei collegamenti ai loro contenuti costituiva una violazione della privacy della persona che presentava la richiesta di diritto all’oblio. Secondo l’Associazione Internazionale dei Professionisti della Privacy, la corte ha ritenuto che l’interesse di un individuo alla protezione della propria privacy e dei propri dati personali prevalga sull’interesse di Google a inviare messaggi ai webmaster informando del buon esito della procedura per eliminare notizie da Google.

Diritto all’oblio Google, il tribunale svedese multa il motore di ricerca

La corte ha confermato una multa di SEK 50 milioni (£ 3,8 milioni) contro Google per non aver rimosso gli URL richiesti. Questa decisione fa seguito alla sentenza originale del maggio 2014 che stabiliva che il diritto all’oblio si applicava a Google. In seguito a questa sentenza, sei articoli del Guardian sono stati rimossi dalle versioni europee del motore di ricerca.

Tra questi, tre riguardavano l’ex arbitro della Scottish Premier League Dougie McDonald, mentre gli altri riguardavano un avvocato accusato di frode e impiegati francesi che realizzavano arte con i post-it. Negli anni successivi, Google ha ricevuto quasi un milione di richieste di diritto all’oblio e, sebbene abbia respinto più della metà di esse, ha comunque rimosso quasi 1,5 milioni di URL individuali. Questi sforzi testimoniano l’impegno dell’azienda nel rispettare le normative sulla privacy e le decisioni dei tribunali nazionali dell’UE.

Diritto all’oblio Google: quale impatto dopo i cambiamenti nella notifica dei webmaster da parte di Google?

L’evoluzione delle politiche e delle pratiche di notifica riguardanti il diritto all’oblio da parte di Google, in risposta alla recente decisione della corte svedese, rappresenta un momento significativo nel panorama della privacy online e dei diritti individuali. La transizione verso un nuovo sistema di comunicazione con i webmaster evidenzia un impegno da parte dell’azienda nel rispettare le normative europee sulla protezione dei dati e nell’adottare misure che bilancino efficacemente i diritti degli individui con gli interessi delle parti coinvolte.

Tuttavia, emerge una sfida importante nel mantenere la trasparenza e la responsabilità nell’applicazione del diritto all’oblio, specialmente per quanto riguarda il settore giornalistico. La mancanza di dettagli nelle notifiche ai webmaster potrebbe complicare la valutazione delle richieste per rimuovere informazioni personali da Google, compromettendo la capacità dei giornalisti di garantire l’accesso all’informazione pubblica e di contestare eventuali abusi del diritto all’oblio per fini impropri.

È fondamentale che Google e altre piattaforme contino su procedure trasparenti e responsabili per garantire l’equilibrio tra la protezione della privacy individuale e la libertà di informazione, nel rispetto delle normative vigenti e delle decisioni giuridiche nazionali ed europee.

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